Colloquio
di Andrea Zanzotto

"Ora il sereno è ritornato 
le campane suonano per il vespero 
ed io le ascolto con grande dolcezza. 
Gli ucelli cantano festosi nel cielo perché? 
Tra poco è primavera 
i prati metteranno il suo manto verde, 
ed io come un fiore appassito 
guardo tutte queste meraviglie." 

Scritto su un muro in campagna 

Per il deluso autunno, 
per gli scolorenti 
boschi vado apparendo, per la calma 
profusa, lungi dal lavoro 
e dal sudato male. 
Teneramente 
sento la dalia e il crisantemo 
fruttificanti ovunque sulle spalle 
del muschio, sul palpito sommerso 
d'acque deboli e dolci. 
Improbabile esistere di ora 
in ora allinea me e le siepi 
all'ultimo tremore 
della diletta luna, 
vocali foglie emana 
l'intimo lume della valle. E tu 
in un marzo perpetuo le campane 
dei Vesperi, la meraviglia 
delle gemme e dei selvosi uccelli 
e del languore, nel ripido muro 
nella strofe scalfita ansimando m'accenni; 
nel muro aperto da piogge e da vermi 
il fortunato marzo 
mi spieghi tu con umili 
lontanissimi errori, a me nel vivo 
d'ottobre altrimenti annientato 
ad altri affanni attento. 

Sola sarai, calce sfinita e segno, 
sola sarai fin che duri il letargo 
o s'ecciti la vita. 

Io come un fiore appassito 
guardo tutte queste meraviglie 

E marzo quasi verde quasi 
meriggio acceso di domenica 
marzo senza misteri 

inebetì nel muro. 



gruppoh5n1

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