Solo di notte aprono questi piccoli negozi,
in cui faccio i miei acquisti discreti,
questi cinematografi clandestini in quartieri brutti
che ancora proiettano sgranati film della mia vita.
"Sei quasi brutta, priva di lusinga nelle tue vesti quasi campagnole ma la tua faccia buona e casalinga, ma i bei capelli di color di sole, attorti in minutissime trecciuole, ti fanno un tipo di beltà fiamminga... E rivedo la tua bocca vermiglia così larga nel ridere e nel bere e il volto quadro, senza sopracciglia, tutto sparso d'efelidi leggiere e gli occhi fermi, l'iridi sincere azzurre d'un azzurro di stoviglia... Nei begli occhi fermi rideva una blandizie femminina. Tu civettavi con sottili schermi, tu volevi piacermi, Signorina: e più d'ogni conquista cittadina mi lusingò quel tuo voler piacermi!
Talora - già la mensa era imbandita - mi trattenevi a cena. Era una cena d'altri tempi, col gatto e la falena e la stoviglia semplice e fiorita e il commento dei cibi e Maddalena decrepita, e la siesta e la partita... Per la partita, verso ventunore giungeva tutto l'inclito collegio politico locale: il molto Regio Notaio, il signor Sindaco, il Dottore; ma - poiché trasognato giocatore - quei signori m'avevano in dispregio... M'era più dolce starmene in cucina tra le stoviglie a vividi colori: tu tacevi, tacevo Signorina: godevo quel silenzio e quegli odori tanto tanto per me consolatori di basilico, d'aglio, di cedrina... Vedevo questa vita che m'avanza: chiudevo gli occhi nei presagi grevi; aprivo gli occhi: tu mi sorridevi; ed ecco, rifioriva la speranza! Giungevano le risa, i motti brevi dei giocatori dal quell'altra stanza.
L'insalata, i legumi produttivi deridevano il busso delle aiole; volavano le pieridi nel sole e le cetonie e i bombi fuggitivi... Io ti parlavo, piano, e tu cucivi innebriata dalla mie parole. "Tutto mi spiace che piacque innanzi! Ah rimanere qui, sempre, al suo fianco, terminare la vita che m'avanzi tra questo verde e questo lino bianco! Se lei sapesse come sono stanco delle donne rifatte sui romanzi! Vennero donne con proteso il cuore: ognuna dileguò, senza vestigio
mai non comparve sul mio cielo grigio quell'aurora che dicono: l'Amore..." Tu mi fissavi... Nei begli occhi fissi leggevo uno sgomento indefinito le mani di cercai, sopra il cucito, e te le strinsi lungamente, e dissi: "Mia cara signorina, se guarissi ancora mi vorrebbe per marito?"
Tu ti piegasti sulla tua panchetta facendo al viso coppa con le mani, simulando singhiozzi acuti e strani per celia come fa una scolaretta. Ma nel chinarmi su di te, m'accorsi che sussultavi come chi singhiozza veramente, né sa più ricomporsi:
"Piange?" E tentai di sollevarti il viso inutilmente. Poi colto un fuscello, ti vellicai l'orecchio, il collo snello... Già tutta luminosa nel sorriso ti sollevasti vinta d'improvviso, trillando un trillo gaio di fringuello. donna: mistero senza fine bello!
Unire la mia sorte alla tua sorte per sempre, nella casa centenaria! Ah! Con te, forse, piccola consorte vivace, trasparente come l'aria, rinnegherei la fede letteraria che fa la vita simile alla morte... Oh! Questa vita sterile, di sogno! Meglio la vita ruvida concreta del buon mercante inteso alla moneta, meglio andare sferzati dal bisogno, ma vivere di vita! Io mi vergogno, sì, mi vergogno d'essere un poeta! Tu non fai versi. Tagli le camicie per tuo padre. Hai fatto la seconda classe, t'han detto che la terra è tonda, ma non ci credi... E non mediti Nietzsche... mi piaci. Mi faresti più felice d'un intellettuale gemebonda... Tu ignori questo male che s'apprende in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti, tutta beata nelle tue faccende. Mi piaci. Penso che leggendo questi miei versi tuoi, non mi comprenderesti, ed a me piace chi non mi comprende. Ed io non voglio più essere io! Non più l'esteta gelido, il sofista, ma vivere nel tuo borgo natio ma vivere alla piccola conquista mercanteggiando placido, in oblio come tuo padre, come il farmacista... Ed io non voglio più essere io!"
"Sei quasi brutta, priva di lusinga
RispondiEliminanelle tue vesti quasi campagnole
ma la tua faccia buona e casalinga,
ma i bei capelli di color di sole,
attorti in minutissime trecciuole,
ti fanno un tipo di beltà fiamminga...
E rivedo la tua bocca vermiglia
così larga nel ridere e nel bere
e il volto quadro, senza sopracciglia,
tutto sparso d'efelidi leggiere
e gli occhi fermi, l'iridi sincere
azzurre d'un azzurro di stoviglia...
Nei begli occhi fermi
rideva una blandizie femminina.
Tu civettavi con sottili schermi,
tu volevi piacermi, Signorina:
e più d'ogni conquista cittadina
mi lusingò quel tuo voler piacermi!
Talora - già la mensa era imbandita -
mi trattenevi a cena. Era una cena
d'altri tempi, col gatto e la falena
e la stoviglia semplice e fiorita
e il commento dei cibi e Maddalena
decrepita, e la siesta e la partita...
Per la partita, verso ventunore
giungeva tutto l'inclito collegio
politico locale: il molto Regio
Notaio, il signor Sindaco, il Dottore;
ma - poiché trasognato giocatore -
quei signori m'avevano in dispregio...
M'era più dolce starmene in cucina
tra le stoviglie a vividi colori:
tu tacevi, tacevo Signorina:
godevo quel silenzio e quegli odori
tanto tanto per me consolatori
di basilico, d'aglio, di cedrina...
Vedevo questa vita che m'avanza:
chiudevo gli occhi nei presagi grevi;
aprivo gli occhi: tu mi sorridevi;
ed ecco, rifioriva la speranza!
Giungevano le risa, i motti brevi
dei giocatori dal quell'altra stanza.
L'insalata, i legumi produttivi
deridevano il busso delle aiole;
volavano le pieridi nel sole
e le cetonie e i bombi fuggitivi...
Io ti parlavo, piano, e tu cucivi
innebriata dalla mie parole.
"Tutto mi spiace che piacque innanzi!
Ah rimanere qui, sempre, al suo fianco,
terminare la vita che m'avanzi
tra questo verde e questo lino bianco!
Se lei sapesse come sono stanco
delle donne rifatte sui romanzi!
Vennero donne con proteso il cuore:
ognuna dileguò, senza vestigio
mai non comparve sul mio cielo grigio
quell'aurora che dicono: l'Amore..."
Tu mi fissavi... Nei begli occhi fissi
leggevo uno sgomento indefinito
le mani di cercai, sopra il cucito,
e te le strinsi lungamente, e dissi:
"Mia cara signorina, se guarissi
ancora mi vorrebbe per marito?"
Tu ti piegasti sulla tua panchetta
facendo al viso coppa con le mani,
simulando singhiozzi acuti e strani
per celia come fa una scolaretta.
Ma nel chinarmi su di te, m'accorsi
che sussultavi come chi singhiozza
veramente, né sa più ricomporsi:
"Piange?" E tentai di sollevarti il viso
inutilmente. Poi colto un fuscello,
ti vellicai l'orecchio, il collo snello...
Già tutta luminosa nel sorriso
ti sollevasti vinta d'improvviso,
trillando un trillo gaio di fringuello.
donna: mistero senza fine bello!
Unire la mia sorte alla tua sorte
per sempre, nella casa centenaria!
Ah! Con te, forse, piccola consorte
vivace, trasparente come l'aria,
rinnegherei la fede letteraria
che fa la vita simile alla morte...
Oh! Questa vita sterile, di sogno!
Meglio la vita ruvida concreta
del buon mercante inteso alla moneta,
meglio andare sferzati dal bisogno,
ma vivere di vita! Io mi vergogno,
sì, mi vergogno d'essere un poeta!
Tu non fai versi. Tagli le camicie
per tuo padre. Hai fatto la seconda
classe, t'han detto che la terra è tonda,
ma non ci credi... E non mediti Nietzsche...
mi piaci. Mi faresti più felice
d'un intellettuale gemebonda...
Tu ignori questo male che s'apprende
in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti,
tutta beata nelle tue faccende.
Mi piaci. Penso che leggendo questi
miei versi tuoi, non mi comprenderesti,
ed a me piace chi non mi comprende.
Ed io non voglio più essere io!
Non più l'esteta gelido, il sofista,
ma vivere nel tuo borgo natio
ma vivere alla piccola conquista
mercanteggiando placido, in oblio
come tuo padre, come il farmacista...
Ed io non voglio più essere io!"
http://youtu.be/kAkQKN5ATIA
EliminaI guess I know U..do I get it right?
You certainly do.
EliminaFunny coincidence.. http://youtu.be/HiqFCdi3uFc (or did you do it on purpose? if that's so, you're very smart!)
p.s. I love this bit here: http://youtu.be/jSIFuanBsRI
i'm soooo smart :) (and you can always count on net help ;) )
Elimina'morning to you!
kiss