Israel Shahak [http://en.wikipedia.org/wiki/Israel_Shahak], lettera al giornale Kol Ha’ir di Gerusalemme, 19 maggio 1989:
“non sono d’accordo con l’opinione di Haim Batam [un giornalista del quotidiano, ndr] che il sistema educativo israeliano sia riuscito a instillare negli allievi la ‘consapevolezza dell’olocausto’. E’ piuttosto il mito dell’olocausto, o la falsificazione dell’olocausto (nel senso che una mezza verità è peggio di una menzogna) che è stata instillata.
Poiché io ho vissuto l’Olocausto da cima a fondo, prima a Varsavia e poi a Bergen-Belsen, posso dare un esempio immediato della totale ignoranza su come fosse la vita quotidiana durante l’Olocausto: nel ghetto di Varsavia, anche durante il periodo del primo sterminio di massa (da giugno a ottobre 1943) non si vide quasi alcun soldato tedesco.
Quasi tutto il lavoro di amministrazione, e poi di trasporto di migliaia di ebrei verso la morte, fu compiuto da collaboratori ebrei.
Prima della sollevazione del ghetto di Varsavia (la cui progettazione cominciò solo dopo lo sterminio della maggioranza degli ebrei di Varsavia) la resistenza clandestina ebraica uccise, con perfetta giustificazione, tutti i collaborazionisti ebrei che poté raggiungere. Se non avessero fatto così la sollevazione non sarebbe mai cominciata.
La popolazione del ghetto odiava i collaborazionisti molto più dei nazisti tedeschi. Ai bambini ebrei si insegnava (e questo salvò la vita a molti) che ‘se ti trovi in una piazza con tre vie di fuga, una guardata da una SS, una da un ucraino e una da un poliziotto ebreo, prova anzitutto col tedesco, poi magari con l’ucraino, ma mai con l’ebreo’.
Uno dei miei ricordi più forti è che, quando la resistenza ebraica ammazzò uno spregevole collaborazionista vicino a casa mia alla fine di febbraio del 1943, io danzai e cantai attorno al corpo ancora sanguinante con gli altri bambini. E ancor oggi non me ne pento, anzi al contrario.
E’ chiaro che questi eventi non furono esclusivi agli ebrei. Tutto il successo nazista, il loro facile e continuo dominio su milioni di persone, nasceva dall’uso diabolico e sottile dei collaboratori, che fecero quasi tutto il lavoro sporco in vece loro. Ma chi conosce queste cose? Questa, e non quella che viene ‘instillata’, era la realtà. […] Se conoscessimo un poco della verità a proposito dell’Olocausto, almeno comprenderemmo (sia che lo giustifichiamo o no) perché i palestinesi eliminino i loro collaborazionisti. Che è il solo mezzo che hanno per continuare la lotta contro il nostro regime stronca-braccia. Cordialmente, Israel Shahak”.
Grazie, però non ho capito perché proprio una puzzy riot nell'immagine? Io tifo per Putin! :-D
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