ogni giorno scemare, mio Dolore.
Come l’amante che al risveglio spia
il volto dell’amante addormentata
e sente il freddo dell’irreparabile
ché i due corpi così vicini vede
farsi ogni giorno più tra loro estranei,
ogni mattino che mi sveglio scopro
il tuo volto più pallido, Dolore,
finché un mattino al posto tuo m’appaia
il volto scialbo della Consuetudine.
Tu che illudesti per un po’ la mia
aridità ed ai miei chiari occhi,
di pianto intorbidandoli, lasciasti
vedere meno bene, e mi facesti
tutta la vita vivere nell'attimo,
adesso che ho imparato a amarti solo,
o Dolore tu anche passeggero,
irreparabilmente te ne vai.
E se mi fosse dato, non avrei
forse il coraggio di chiamarti indietro.
Ma la mia vera vita con te viene
perché quando non soffro neppur vivo.
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